Siamo proprio sicuri che l’italiano e lo spagnolo sono due lingue completamente intellegibili? Consiglio di dare un’occhiata all’intervista di Fabio Fazio a Jorge Lorenzo dell’8 dicembre a “Che tempo che fa” in italo-spagnolo. I bambini vanno all’asilo o all’ospizio?
Qualche mese fa ho letto un curioso post sul blog Les coulisses de Bruxelles secondo il quale la Commissione Europea aveva intenzione di proporre una direttiva finalizzata ad armonizzare i versi degli animali nei fumetti nelle allora 23 lingue ufficiali dell’Unione. Da questa iniziativa, si riportava nell’articolo, era scaturito un vivace dibattito tra i sostenitori dell’armonizzazione ed i difensori del multilinguismo. Poi mi sono accorta che l’articolo era stato pubblicato l’1 aprile, ed ho iniziato ad avere qualche sospetto sull’attendibilità della notizia…
Pesci d’aprile a parte, il tema dei versi degli animali in diverse lingue mi ha sempre incuriosito e divertito.
Nonostante gli animali comunichino producendo lo stesso suono indipendentemente dal Paese in cui si trovano (almeno fino a prova contraria), in ciascuna lingua quei suoni vengono percepiti e “codificati” diversamente. Ecco qualche esempio nelle mie lingue di lavoro:
Italiano
Inglese
Francese
Slovacco
Cane
Bau bau
Woof woof
Ouah ouah
Hau hau
Gatto
Miao
Meow
Miaou
Miau
Gallo
Chiccirichi
Cock-a-doodle-do
Cocorico
Kukuriku
Papera
Qua qua
Quack quack
Coin coin
Kač kač / ga ga
Rana
Cra cra
Ribbit ribbit
Croa croa
Kva kva
Gallina
Coccodè coccodè
Cluck cluck
Cotcotcodet
Krá kra
Pecora
Bee
Baa
Bêê
Béé
Mucca
Muu
Moo
Meuh
Múú
Questo fenomeno è dovuto al fatto che i parlanti di ciascuna lingua trascrivono i suoni che sentono utilizzando le consonanti e le vocali più facili da riprodurre, in quanto più comuni nella propria lingua.
Ecco qualche link per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento:
un dizionario dei versi degli animali in 17 lingue
un interessante articolo con qualche video sui versi degli animali in inglese, francese e italiano
alcuni verbi relativi ai versi degli animali in italiano (un ripasso non fa mai male 😉 )
e per chiudere in bellezza, vi segnalo la divertente canzone dei Camillas “Bisonte”
Ho scelto di fare l’interprete perché questo lavoro ha a mio avviso moltissimi aspetti positivi: si incontrano molte persone interessanti, si viaggia molto, si fa qualcosa di utile per gli altri e ogni giorno si impara qualcosa di nuovo.
In Italia, però, gli interpreti ed i traduttori (insieme ad altre categorie professionali) devono scontrarsi quotidianamente con un grande ostacolo: la mancanza di un albo professionale che possa garantire il riconoscimento della professione ed il rispetto di standard etici e qualitativi.
Questo carenza si traduce non solo in una serie di gravi svantaggi a livello fiscale, ma anche in una vera e propria anarchia che pervade il mercato e che rende difficile distinguere i professionisti qualificati da chi si improvvisa tale senza alcun tipo di qualifica o esperienza.
A pagare le spese di questa mancanza di regolamentazione non sono solamente i professionisti che sono costretti a fare la guerra dei prezzi al ribasso con chi offre tariffe più basse (e spesso indecenti) senza fornire nessuna garanzia di qualità del servizio, ma anche i committenti, che fanno fatica a riconoscere professionisti qualificati e ricevono prestazioni scadenti.
Per buttarla sul ridere, ecco un esempio di un interprete improvvisato tanto divertente quanto inadeguato: il personaggio di Alex tratto dal divertente ed intenso film del 2005 Ogni cosa è illuminata. Ecco il trailer del film in versione originale (in inglese), molto più divertente della versione italiana:
Leggendo nei giorni scorsi il divertente post “La logica del bricolage” sulla filosofia slovacca del fai-da-te, mi sono venuti in mente Pat e Mat, protagonisti di famose serie di film di animazione cecoslovacche creati da Lubomír Beneš e apparsi per la prima volta nel 1976.
Pat e Mat sono due eroi pasticcioni, che si dedicano al fai-da-te combinando solo guai, ma grazie alla loro perseveranza ed all’inesauribile ottimismo, finiscono sempre per trovare una soluzione.
Dopo essere apparsi per la prima volta nel 1976 nel film Kuťáci (I pensatori), Pat e Mat sono stati protagonisti delle serie … A je to! (… Ce l’abbiamo fatta!) dal 1979 al 1985, Pat a Mat (Pat e Mat) dal 1989 al 1994, “Pat a Mat” se vrací (Pat e Mat il ritorno) nel 2003 e Pat a Mat na venkove (Pat e Mat in campagna) dal 2009 al 2011 per un totale di 86 episodi.
Ecco un episodio del 1985 dal titolo Hrnčiari (I vasai):
Oltre ad essere molto divertenti, Pat e Mat offrono uno spaccato della Cecoslovacchia durante il regime comunista. A questo proposito, è interessante notare che all’inizio Pat indossava un maglione giallo e Mat uno rosso. Questa scelta fu giudicata dal regime un riferimento troppo esplicito a Cina e Russia, tanto che il maglione di Mat diventò grigio per poi tornare rosso solo nel 1989.
Per maggiori informazioni, ecco il sito ufficiale di Pat e Mat (in inglese, ceco e polacco) ed il sito dei fan (in inglese).
Ogni settore ha il suo gergo, ed il mondo del vino può davvero vantare una lingua a sè. Ecco la pubblicazione di ieri del bellissimo blog in lingua inglese Lingua file, dedicato a questo tema.
Visto l’argomento, non posso fare a meno di inserire un link ad uno dei video di Antonio Albanese in versione sommelier: